di Marco Moretti (a cura di)

Press & Archeos 2021

Con l’esposizione nella Rocca medievale di Castellina in Chianti, già sede del Comune e dal 2006 del Museo Archeologico del Chianti senese, Massimo Vinattieri inaugura i suoi secondi quarant’anni di attività artistica. Una mostra che corona il sogno di esporre in una sorta di spirituale confronto opere scaturite da una rilettura moderna del mito etrusco che lo coinvolse oltre un trentennio fa, spingendolo a scegliersi come terra d’elezione l’antico borgo di Artimino, collina sotto al Montalbano posta a terrazza sulla piana di Firenze, Prato, Pistoia e i corsi dell’Arno e dell’ Ombrone. Un luogo denso di suggestioni, conosciuto per la villa medicea e per i ritrovamenti etruschi che proprio in quegli anni tornavano alla luce. Ora con questa mostra, quel filo d’arte e di storia intessuto nel bozzolo di Artimino arriva a far capo al borgo di Castellina in Chianti che come Artimino vanta origini etrusche, le cui ricchezze sono giunte solo in minima parte a noi (suppellettili, armi in bronzo e in ferro, crateri attici, avori incisi), per l’azione distruttrice e dispersiva dei violatori di tombe attivi già dall’epoca romana.


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