estratto da: “UN TEMPO RITROVATO nel grande racconto di Massimo Vinattieri”

di Luisella Bernardini


In molti suoi dipinti, il linguaggio di Vinattieri ricorda quello dei pittori del passato. Studiandoli da sempre e maturando verso le loro opere una passione che ancora oggi è fonte di continua ispirazione, avvicina la nostra memoria alle figure di epoche lontane; possono appartenere all’arte etrusca o a quella rinascimentale, all’arte medievale o a quella barocca. […]

Non bisogna, però dimenticare l’altro versante della sua creatività: l’ombra del nulla, l’attrazione del vuoto, la “nebbia disorientante quasi nemica del colore”, lontana da ogni significato possibile.
Questo filone potrebbe risolversi in chiave di definizione, negli ultimi due versi della poesia “Antracite” (1950) di Bartolo Cattafi:

… la soffocante perdita dell’anima
noi incastrati nell’ombra


Nè dove, né come, né quando
Anime finali

Il mondo quasi indecifrabile che il pittore affronta, è forse un rischio che lo ha portato ad un confronto con la mancanza di un significato certo e sereno della vita, e il polittico di Federico II di Svevia a me sembra uno scudo contro interrogativi che non hanno risposta e rendono difficile, e a volte sgomenta, la nostra esistenza. […]


Il polittico nella sua interezza

Iniziato il primo febbraio del 2019 e finito nel febbraio, realizzato con la tecnica tradizionale della pittura a olio.
Dimensioni: lunghezza m. 8,23, altezza massima m. 3,62;
completo di telai e cornici che riquadrano ogni formella: lunghezza m. 9,49, altezza massima m. 4,16.
Tutti i supporti delle formelle sono in tavole di multistrato in legno di pioppo preparate con più mani di fondo e infine uno strato di uniformante di grana fine.


“Il Polittico di Federico II di Svevia” – di Luisella Bernardini
Edizioni Polistampa – 2022